Dopo diciannove anni il Foggia Calcio torna a calcare i campi della serie B e, ironia della sorte, proprio contro il Pescara del maestro Zeman. Molteplici gli incroci significativi di questa gara: il fautore della zemanlandia rossonera che ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei tifosi rossoneri; Giovanni Stroppa (attuale tecnico rossonero) che proprio da Zeman fu allenato; l’indimenticato Franco Mancini, ex portierone del Foggia e poi collaboratore di Zeman prima della sua prematura scomparsa.
Insomma le prerogative per rendere interessante questo esordio c’erano tutte e la carovana di tifosi al seguito della squadra partiti da Foggia lo testimoniava. Il ritorno alla realtà è stato brusco: il 5-1 del risultato finale in favore degli abruzzesi ha punito oltremisura i satanelli che hanno costruito tantissime palle gol (Pigliacelli portiere di casa migliore in campo), avuto la supremazia del possesso palla, ma che, allo stesso tempo, hanno pagato oltremisura l’errato approccio iniziale alla gara e le troppe sviste difensive.
Nulla è compromesso ovviamente considerato che è solo la prima partita di quarantuno incontri che propone un campionato lungo ed estenuante come quello della serie cadetta. Certamente il campanello d’allarme suonato a Pescare deve indurre ad attente e profonde analisi tecniche per poter apportare quei correttivi che, a pochi giorni dalla chiusura del calciomercato, appaiono necessari in particolar modo in difesa.
Ora si attende, domenica prossima, la VirtusEntella allo Zaccheria per mostrare e dimostrare che, pagato lo scotto dell’esordio, il Foggia ha tutte le carte in regola per ritagliarsi il proprio posticino da protagonista. Una città ed una provincia intera non attendono altro.
Francesco del Conte