Ancora lacrime e dolore a Vico del Gargano.
Un anno orribile. Una comunità scossa da eventi nefasti che hanno stravolto la vita di intere famiglie.
Don Matteo cita Fiorella Mannoia in un post sui social in ricordo delle giovani vittime.
«Siamo eterno, siamo passi, siamo storie. In quei sorrisi spenti per la strada... »
«Sentiamoci figli di un unico Dio, Sentiamoci fratelli e sorelle, Sentiamoci unica FAMIGLIA!», così scrive alla fine Don Matteo. Ascoltiamo le sue parole.
Il dolore unisce e spesse volte non rafforza la fede. Sono in molti a chiedersi il perché.
E’ difficile recuperare equilibri e sicurezze quando tutto risulta labile, sospeso ad un filo sottilissimo, come foglie al vento di Scirocco.
L’estate è stata anche svago ed eventi. Tanti.
Molti anche a Vico e S. Menaio. La stagione del mare e della sabbia ha lasciato però ombre e dubbi sul futuro turistico della Montagna del Sole, tra attese e speranze mai spente.
E’ vero, abbiamo avuto graditi ospiti che fanno bene all’economia, aprono le menti e stimolano le iniziative. Discreta l’affluenza di pubblico, anche se giugno e luglio sono mesi da dimenticare.
Migliaia di persone in paese per una serata musicale sono ossigeno per molte attività ma non bastano a risollevare le sorti di un settore in perenne affanno.
Quale strategia adottare? Quali obiettivi vogliamo raggiungere? Come agire o reagire di fronte alle variegate offerte concorrenziali dei paesi limitrofi?
Una cabina di regia potrebbe aiutare non poco gli organizzatori, sempre più alle prese con leggi e cavilli burocratici che scoraggiano anche i più esperti.
A fine stagione è tornata anche la «politica spiegata» in piazza e sussurrata nel chiacchiericcio dei bar e delle pizzerie.
Il botta e risposta è sempre più seguito dai curiosi e meno gradito dall’opinione pubblica, che guarda con preoccupazione l’evolversi della «guerra» tra ex amici di cordata.
Chi parla alle persone dovrebbe avere contezza anche del loro punto di vista. Vale per tutti.
Mi piacerebbe tanto pensare Vico come capitale della buona sanità e dell’accoglienza, organizzando ad esempio la «Festa della Salute», come succede a Viareggio in Toscana.
Sarebbe opportuno sensibilizzare la promozione del benessere in tutte le sue forme, con iniziative di prevenzione delle malattie, cura della persona, adozione di stili di vita sani e consapevoli, screening gratuiti e consulenze specialistiche.
Poi mi sveglio e torno con i piedi per terra...
Ma i sogni non bisogna mai tenerli chiusi nel cassetto, ricordando che siamo tutti un po’ «pazienti» prima ancora che cittadini. Se non possiamo avere un ospedale allora possiamo crearne uno virtuale, un progetto che dovrebbe interessare istituzioni, politica e amministratori. E’ un’idea fattibile e di grande attualità, impregnata di tecnologia, informatica, poche risorse umane e qualche visionario sognatore come me...
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