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Immagine del redattoreRedazione di Fuoriporta

E’ POSSIBILE FERMARE IL DECLINO?

Indossare l'abito della competenza e concretezza


Francamente non ci aspettavamo tanto interesse intorno al nostro articolo “Gargano fermo, Vico indietro tutta.”

L'attenzione si è concentrata in modo particolare su due argomenti ricchi di numerosissime interlocuzioni, tanto da ritenere opportuno da più parti, amministratori, politici, semplici cittadini, dibattere lo stato di salute di Vico del Gargano, come opportunamente si sta facendo nella vicina Monte Sant'Angelo, in un vero e proprio congresso cittadino aperto a tutti e guardare meglio la realtà andando oltre i coriandoli e le luminarie:

1) l'invecchiamento della popolazione e la fuga dei giovani, partendo dalla composizione dei nuclei familiari del paese,

2) l'approfondimento di quella «cornice politica» a sostegno del comparto agricoltura, che nel nostro paese manca totalmente da molto tempo; argomento molto sentito per il ruolo sociale e, soprattutto, economico, parte importante dell'oblio di Vico del Gargano.


I due argomenti sono strettamente connessi fra di loro se si analizza lo stato attuale dell'universo agricoltura: l'abbandono delle campagne, il ricambio generazionale, la fuga dei giovani dal paese dell'amore verso orizzonti più luminosi. C'è stato fatto notare, da più parti, che vi sono comuni e amministrazioni intorno a noi: Carpino, Vieste, Mattinata, con una sensibilità, sforzi e azioni politiche di giusto peso e valore, tendenti a creare quella urgente e necessaria «cornice politica» intorno al mondo dell'agricoltura per arginare anni di sonno, disinteresse, abbandono. L'occasione si è presentata alla Locanda del Carrubo per l'affollata presentazione del libro “Simple e Sexy” di Matteo Ferrantino, chef insignito del prestigioso “Red Dot Award”, nell'ambito della terza edizione “ feXtra” rassegna nazionale sull'extra vergine d'oliva, organizzata dell'Amministrazione comunale di Mattinata guidata dal bravo e concreto Michele Bisceglia.

I due argomenti sono stati trattati in tutti i loro risvolti con conseguenze drammatiche se non si interviene con un nuovo e diverso approccio culturale, se non si percorrono strade nuove.

«L'Oleoturismo» è una di queste; cioè la nuova frontiera che unisce Agricoltura e Turismo. Il paesaggio, l'ambiente, la biodiversità, l'identità culturale si trasformano in elementi di forza a beneficio del territorio.

Per questo occorre una nuova generazione di agricoltori, una nuova cultura del fare e vivere la campagna, non come fatto occasionale o emergenziale, ma come cammino politico e sociale: la «ritornanza» per i giovani che sono andati via e la «restanza» per non farli andare via.

C'è un Gargano fermo, sonnacchioso, contemplativo, immobile, frutto delle istituzioni che ci siamo dati, amministrazioni mediocri, incapaci di creare occasioni ed elementi nuovi di sviluppo. Ma ci sono anche buoni e rari amministratori che sanno leggere in profondità i punti di forza del territorio e lavorano per connettersi alla realtà più vasta, uscendo dagli angusti confini comunali e allungando lo sguardo dal proprio ombelico. Basta leggere i dati: l'anno scorso Il sistema produttivo olivicolo pugliese ha generato un fatturato complessivo di 1,6 miliardi di euro.

L'altro tema, quello dell'invecchiamento della popolazione e la scarsità delle nascite è uno degli elementi di debolezza e di declino dei nostri comuni. I dati sono chiari, c'è poco da rigirare. In Italia la mancanza di una politica per la famiglia e un sistema di welfare sempre più penalizzante fa registrare il tasso più basso di quello registrato negli altri 26 Stati Ue. L'anno scorso sono nati 393 mila bambini, il 2% in meno del 2021; 6,7 nati per ogni mille abitanti, ci fa compagnia solo la Grecia. In Puglia la natalità è in picchiata, in vent'anni ha perso oltre un terzo dei nati; l'anno scorso le nascite nella regione sono state 26.260, 161 in meno in confronto al 2021 e circa 1.300 in meno rispetto al 2019.

E' quello che emerge da tutti i dati e le indagini. Per questo non deve apparire sconvolgente il trend declinante di Vico del Gargano, esso rientra nel quadro generale di Puglia e del Meridione.

Il fenomeno più devastante da arginare con nuove professionalità e competenze, come è stato detto a Mattinata, è quello dello spopolamento.

I Comuni maggiormente sofferenti dal fenomeno “fuga” sono tendenzialmente più “vecchi” e più “poveri” come il nostro. Dato ripreso e sottolineato dalla stessa Banca d'Italia, questi in un recente studio afferma che nei comuni pugliesi i flussi migratori “interessano in misura consistente i giovani più capaci e i più istruiti”.

A conferma, una indagine della LUISS sui giovani della provincia di Foggia dice che solo il 10% pensa di restare nel proprio paese natio. Inoltre, secondo le stime e previsioni ISTAT, con tutte le dovute cautele delle previsioni, la Puglia entro il 2066 perderà il 26,3% della sua popolazione. Ecco che la tanto sbandierata “valorizzazione del territorio” e “lavoro” resteranno parole vuote se non si parte dalla valorizzazione dei giovani e nuove opportunità, nuove economie, nuovo tessuto produttivo, soprattutto nuove professionalità, nuovo sguardo sulla nostra agricoltura, e non solo agricoltura.

Il costante invecchiamento, l'inerzia, il deserto delle campagne, il rifugiarsi nel terziario dilagante e antieconomico o aspettare l'elemosina delle amministrazioni comunali e alimentare il vecchio e nuovo clientelismo, ha solo esacerbato questo stato comatoso con il declino dietro le spalle.

Nel comune di Monte Sant'Angelo si è aperto un serio dibattito su quali strategie adottare. I numeri di Vico del Gargano sostituiscono le più cerebrali argomentazioni e sono ancora più eloquenti: vi sono 3183 nuclei familiari, di questi 1028 sono costituiti da 1 persona e 946 sono costituiti da 2 persone. Inoltre l'anno scorso si sono registrate appena 35 nascite: 21 maschietti e 14 femminucce ed hanno preso la via dei cipressi 112 persone: 58 maschi e 54 donne.

Fermare questo declino si può? Certamente, basta cambiare abito, ogni tanto. E le feste e le luminarie?

Come il sale e il prezzemolo nelle minestre: quanto basta!


di Michele Angelicchio e Michele Lauriola









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