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Filippo Fiorentino: testimone di valori

Immagine del redattore: Nicola ParisiNicola Parisi

Il 20 febbraio l'anniversario della dipartita.


Sono trascorsi 20 anni dalla scomparsa di Filippo Fiorentino, professore e amico con il quale ho avuto il piacere di vivere una lunga stagione della vita. Leggere la sua visione del mondo proiettata sull’oggi non è facile ma è doveroso farlo per debito di riconoscenza e trarne insegnamenti.

Attento ai cambiamenti della società del tempo, con cauto discernimento, è stato sempre disponibile ad accogliere le novità e a farsi guida alla comprensione di aspetti non sempre cristallini.

La formazione dell’uomo, una meta alta da raggiungere, è stata sempre fra gli obiettivi prioritari di Filippo, perché solo giovani ben nutriti di valori umani e culturali possono vincere la paura del futuro. Una sfiducia, che nei giovani nasce dalla frattura esistente non solo tra istituzione scolastica e mondo del lavoro, ma fondamentalmente tra valori dell'agire dell’individuo e quelli della società.

Per la sua larga visione sul futuro, è stato sempre aperto a rapporti collaborativi con associazioni culturali presenti sul territorio Garganico e non solo, aprendosi allo stesso tempo a significativi contatti con centri di educazione interculturali. Senza cultura e senza responsabilità non costruisce il futuro.

Filippo ha sempre coltivato interessi culturali, oltre il dovere professionale, protesi a scoprire e valorizzare aspetti della nostra terra e della vita che in essa si è svolta e si svolge. All’interesse per gli studi storici egli ha sempre affiancato la passione per l’impegno civile, vissuta da educatore e attore di primo piano nel contesto della società garganica.

Il valore che egli riconosce all’uomo, quale custode del Creato e alla famiglia come centro di sviluppo della persona e della società, è sufficiente per intuire la visione antropocentrica del rapporto uomo-natura posta però in quella biocentrica, che considera l'uomo quale elemento della biosfera.


 Nel dibattito culturale ed economico sul futuro del Promontorio egli affermava: “ il paesaggio è sempre umanizzato, a mio modo di vedere: le nostre campagne coltivate, il nostro lago, le nostre montagne, non ci sono state consegnate così dal Signore. La creazione di quest’universo è stata affidata all’uomo. Pertanto quando parliamo dell’ambiente, non parliamo di tutela astratta da sognatori ... parliamo invece di un ambiente dal quale uomini del presente ma soprattutto le generazioni che seguono devono poter trarre le ragioni di sussistenza, del loro sviluppo economico”.

A quanti hanno avuto modo di conoscerlo, ha trasmesso semi di fiducia e di speranza, che hanno portato frutti copiosi, specie nelle generazioni di giovani, che hanno vissuto assieme a lui esperienze di vita. In quei ragazzi, oggi uomini maturi, attori sulla scena del mondo continua a vivere il sogno di Filippo, credere negli ideali di umanità e cultura.

Di Filippo, mutuando le parole di Sant’Agostino possiamo dire. Ricevettero da lui le reti della parola di Dio e le gettarono nel mondo come in un mare profondo (Sant’Agostino, Discorso 348,2).

Nella sua esperienza egli ha fatto una buona pesca, in particolare nel mondo giovanile, al quale ha dedicato le migliori energie come educatore e maestro di vita.

Nicola Parisi




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