“La scelta delle fotografie, del titolo, le prove, la stampa, l'allestimento della mostra per creare un percorso tematico capace di guidare il visitatore ... tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!
Poi, dopo l’apertura, giorno per giorno scopri che le tue foto (che pensavi potessero piacere solo a te) incuriosiscono ed emozionano anche il pubblico che, numeroso, viene e partecipa con te alla scoperta della spiaggia, unico protagonista della mostra. Un pubblico attento, curioso che mi ha riempito di domande e di considerazioni. Dopo 9 giorni scopri con stupore che il libro delle firme e dei commenti è divenuto il libro delle emozioni che tu attraverso le foto hai trasmesso ai visitatori.
Ma non solo. Tante le foto acquistate per la realizzazione del progetto, tante le brochure distribuite. Un ottimo inizio di un progetto condiviso con Pervinca - Associazione Culturale Comunità Laudato Si' Gargano Nord, il WWF Foggia, il Rotary Gargano e Italia Nostra Vieste per sensibilizzare attraverso la bellezza e le emozioni alla tutela e valorizzazione delle nostre bellissime spiagge.”
Così commenta l’autore l’esperienza vissuta a chiusura della mostra "Alle soglie del mare" che si è tenuta nella Chiesa di San Martino ad agosto a Vico del Gargano.
Abbiamo intervistato la critica d’arte Katia Ricci per conoscere le sue impressioni.
D: - Come descriverebbe l'impatto visivo ed emotivo delle fotografie di Luigi Russo? Quali elementi particolari catturano immediatamente l'attenzione?
R: Posso innanzitutto descrivere l’impatto che hanno avuto su di me le fotografie di Luigi Russo la prima volta che le ho viste. Il luogo in cui sono state proiettate era molto particolare, la Chiesa del Carmine a Vico del Gargano, un luogo che favoriva il raccoglimento e la concentrazione, in più la visione si accompagnava, o per meglio dire, si intrecciava alle note del violoncello di Francesco Mastromatteo e della chitarra di Noemi Passiatore, creando una dimensione multisensoriale con l’effetto di straniamento, di trovarmi in un luogo altro, che con la penombra, la musica produceva un’atmosfera unica che coinvolgeva tutti i sensi. La proiezione era costruita in modo da rivelare piano piano il soggetto della fotografia, per cui continuamente ci si chiedeva che cosa fosse, fino a quando non appariva nella sua completezza. Le foto facevano parte della serie “Alle soglie del mare”: nitide con l’orizzonte ben definito su cui si posano nuvole leggere, soffici, non minacciose, sulla sabbia una conchiglia o una pianta, un legno quasi zoomorfo, un’impronta o un’altalena. Tutto sembra chiaro, armonico, privo di misteri, lo sguardo del fotografo indugia su particolari che spesso passano inosservati e che rivelano e invitano ad avere cura dell’ambiente.
D: Molte delle fotografie hanno titoli suggestivi come “Verso casa,” “Abbraccio” e “Tempesta.” Alcune sembrano esprimere una forza dinamica e drammatica della natura, mentre altre, evocano un senso di calma e intimità. Come interpreta la scelta dei titoli in relazione alle immagini? C'è un dialogo evidente tra il titolo e la rappresentazione visiva? Come interpreta questo dualismo tra forza e serenità nella sua opera?
R: Luigi Russo, ambientalista e naturalista, usa la sua macchina fotografica per entrare nel paesaggio e coglierne il sentimento, per cui sceglie per le sue serie titoli che esprimono il sentimento della natura, l’emozione di trovarsi di fronte alla bellezza, alla luce e ai colori che cambiano continuamente e di cui riesce ad afferrare un frammento, una visione fugace, ma che si ripete ogni volta che si guarda la fotografia. E’ il suo un paesaggio sentimentale, un viaggio attraverso le emozioni di uno sguardo stupito, ma nello stesso tempo allenato a cogliere dettagli, contrasti imprevisti. Se alcune foto, come nelle serie “Tempesta” o “Vento,” esprimono la forza della natura, altre come “Tracce” o “Abbraccio,” danno un senso di intimità e calore. Non c’è contraddizione, proprio perché il fotografo vuole cogliere la varietà della natura che muove tasti diversi dell’anima di chi la osserva.
D: Spesso si parla della fotografia come mezzo per raccontare storie. Qual è, secondo lei, la storia che Luigi Russo vuole raccontare attraverso le sue immagini?
R: Direi in poche parole che vuole raccontare una storia d’amore, quella per la natura.
Luigi Russo sa che per fotografare un paesaggio occorre sicuramente la conoscenza delle tecniche e degli strumenti fotografici, ma soprattutto la conoscenza dell’oggetto da fotografare, la pazienza per attendere, la luce giusta, propria quella che gli permette di ottenere l’effetto desiderato, oppure la capacità di cogliere l’attimo imprevisto, una variazione particolare e inattesa. Sono questi tutti elementi e requisiti che sono collegati all’amore per l’ambiente in cui si è immersi.
D: Le immagini di Russo, pur essendo ancorate alla realtà naturale, hanno spesso un carattere quasi astratto. Come valuta questo equilibrio tra rappresentazione realistica e astrazione nelle sue opere?
R: Realismo e astrazione secondo me sono sempre fusi insieme in qualsiasi opera d’arte. Rappresentare l’erba verde o il cielo azzurro è sempre un arbitrio, un’astrazione perché l’erba può essere di qualsiasi colore, gialla quando è secca, marrone quando è bruciata, e così via. Per non parlare del cielo e del mare: basta osservarli a lungo per rendersi conto delle continue variazioni, per cui fissare un momento significa astrarlo dalla realtà che è in continuo movimento.
D: Come si inseriscono le fotografie di Luigi Russo nel più ampio contesto della fotografia di paesaggio? Vede dei legami con movimenti artistici contemporanei o del passato?
R: La storia della fotografia di paesaggio è molto lunga. Nell’800, la fotografia doveva concorrere con la pittura, poi piano piano ne ha preso il posto e l’importanza e la pittura ha scelto altre strade e altri soggetti non potendo reggere la concorrenza. Per anni il genere del paesaggio fu quasi abbandonato a favore di altri temi, dei reportage e dell’attualità per tornare di moda, parlando dell’Italia, soprattutto negli anni Settanta del secolo scorso. Fontana, Ghirri, Cresci, Iodice sono alcuni dei fotografi che hanno costruito tendenze e creato stili diversi che hanno influenzato generazioni di fotografi. Nelle fotografie di Luigi Russo è certo possibile cogliere echi, somiglianze con questo o quel fotografo, ora per l’attenzione al colore, ora per la ricerca di uno scatto più nitido e naturalistico. Da tutti ha però imparato ad evitare gli aspetti più noti del classico paesaggio italiano per concentrarsi su aspetti insoliti e marginali, che però possono raccontare il proprio stato d’animo e la propria emozione.
Questa è la verità che Luigi Russo riesce a raccontare ed è quella che passa in chi osserva i suoi lavori e si interroga sul proprio rapporto con la natura, imparando ad averne rispetto e amore.
Luigi Russo è nato a Napoli nel 1953. Naturalista e ambientalista, è stato direttore di aree naturali protette. È appassionato di fotografia naturalistica, paesaggistica e documentaristica. Nel tempo ha sperimentato effetti originali avvicinandosi alla fotografia astratta e surrealista.
Katia Ricci, critica d’arte, è impegnata nella diffusione dell’arte contemporanea. Nel 1993 ha fondato a Foggia con altre donne l’associazione culturale “La Merlettaia”. È autrice di diversi saggi dedicati in particolare all’arte femminile e ultimamente di “Controra”, romanzo di memorie familiari ambientato nel Gargano del secolo scorso.
Abbiamo intervistato il professor GIAN MARIA GASPERI
Come interpreta il messaggio ambientale presente nelle fotografie della mostra. Russo ha dichiarato che le sue fotografie mirano a suscitare emozioni per stimolare una riflessione sull'importanza della conservazione delle spiagge. Quanto pensa che l'arte, e in particolare la fotografia, possa essere un veicolo efficace per la sensibilizzazione ambientale?
In circa 40 anni di attività ambientalista, militante e professionale, mi è capitato spesso di far ricorso a stimoli artistici e, in particolare, visivi per rendere incisivi ed accattivanti i principi, i valori, i comportamenti, le stesse conoscenze che i “tempi storici ed i tempi biologici” evocavano. Ricordo la famosa ANTOLOGIA VERDE (ed. Franco Angeli - 1986) che per decenni ha rappresentato il compendio della raccolta d’arte per il mondo ambientalista.
D’altra parte l’arte e, in particolare, la fotografia, ha un potere unico nel comunicare messaggi complessi e suscitare emozioni profonde. Le foto di Luigi Russo centrano – in uno - l’importanza della conservazione delle spiagge e dell’arte come strumento formidabile di promozione della sostenibilità ambientale.
Quando si tratta di temi ambientali, si riscontra la forte ambivalenza poiché le fotografie possono mostrare sia la bellezza naturale che i danni causati dall’inquinamento e dall’uso irresponsabile delle risorse. Questa dicotomia può spingere gli spettatori a riflettere e a prendere coscienza della necessità di proteggere l’ambiente: l’arte visiva può superare le barriere linguistiche e culturali, rendendo il messaggio accessibile a un pubblico più ampio e la fotografia è uno strumento potentissimo per la sensibilizzazione ambientale come dimostrano le rassegne che oggi sono poste all’attenzione della grande platea.
Le fotografie di Luigi sono affascinanti e potenti. Catturano la bellezza delle spiagge e, allo stesso tempo, ne evidenziano le relative minacce che affrontano: sintesi mirabile per suscitare emozioni e riflessioni.
Le spiagge sono rappresentate da Russo come luoghi di bellezza, ma anche di contemplazione e solitudine. Quali sono, secondo lei, le sfide principali nel trasmettere un messaggio di tutela ambientale attraverso un’estetica così serena e introspettiva?
Trasmettere un messaggio di tutela ambientale attraverso un’estetica serena e introspettiva presenta alcune sfide uniche. Innanzitutto il contrasto tra bellezza e urgenza, che nelle foto di Luigi, non attenuano la percezione dell’urgenza del problema ambientale. D’altra parte le sue foto, molto introspettive, possono generare interpretazioni diverse: il messaggio di conservazione, senza la bellezza che pure garantisce il coinvolgimento emotivo, è premessa ineludibile per evocare pace e benessere, ma potrebbe non sempre tradursi in un’azione concreta. Nelle foto c’è la visibilità del problema che trasforma l’emozione suscitata dalla “bella immagine”, dall’estetica serena, in un messaggio chiaro: l’approccio ha il potenziale di raggiungere un pubblico ampio per generare riflessioni profonde e legami emotivi. Premessa ineludibile per “pensieri ed azioni militanti”.
La serie “Alle soglie del mare” sembra evocare una profonda connessione tra uomo e ambiente. Molti dei titoli delle fotografie, come “Abbraccio” o “Verso casa”, suggeriscono una relazione affettiva con il mare e la natura. Quanto è importante, secondo lei, instaurare un legame emotivo tra le persone e gli ambienti naturali per promuovere la loro conservazione?
Ribadisco quanto già evidenziato prima: quando le persone sviluppano un’affezione per un luogo, sono più propense a prendersene cura e a impegnarsi per la sua protezione. In Legambiente ci inventammo l’ADOZIONE DEL TERRITORIO per trasformare la tutela e la conservazione ambientale da un concetto astratto a una questione personale. Le persone sono più motivate a proteggere ciò che amano e con cui si sentono connesse. Le fotografie (ma questo vale per tutte le arti visive) evocano sentimenti di affetto e appartenenza in modo più efficace rispetto ai soli dati e statistiche delle emergenze ambientali. D’altra parte è noto che se sorge un legame emotivo con l’ambiente è più probabile, non certo, la creazione di comunità attive per la conservazione, la protezione e la valorizzazione degli ecosistemi naturali. In questo il mare, le spiagge, le dune, gli scogli, le falesie, il retroterra marino offrono repertori storici di impegno. Le foto “Abbraccio” e “Verso casa”, riescono in questo mirabile risultato di umanizzare il rapporto con il mare, rendendolo più accessibile, comprensibile e condiviso. “Abbraccio”, in particolare, trasmette un dolce senso di protezione e affetto verso il mare, quasi come se fosse un familiare. La composizione e l’uso della luce creano un’atmosfera intima e riflessiva, che invita a considerare il mare non solo come un luogo di bellezza, ma come una parte integrante della nostra vita e del nostro benessere. “Verso casa” suggerisce un ritorno alle origini, un viaggio verso un luogo di appartenenza e sicurezza. Questa immagine può far riflettere sul nostro rapporto con la natura e sull’importanza di preservare questi luoghi per le future generazioni.
Quanto è importante, secondo lei, che l’arte ambientale sia accompagnata da iniziative educative e informative concrete? Come potrebbe un progetto fotografico come quello di Russo integrarsi in programmi di educazione ambientale nelle scuole o nelle comunità?
Se l’arte può suscitare emozioni e consapevolezze, queste potranno generare azioni concrete se accompagnate da conoscenze e competenze. Un progetto fotografico, come quello di Luigi può efficacemente integrarsi in programmi di educazione ambientale: come noto, per oltre 40 anni, ho perorato la causa dell’educazione ambientale come elemento trasversale a discipline in ogni contesto di apprendimento. Le esperienze condotte, da me e dal Gruppo AFORIS, nei Centri di Educazione Ambientale, nei Laboratori Territoriali, nelle fattorie didattiche e sociali, nelle stesse aule scolastiche ed anche universitarie, nelle stesse comunità locali confermano l’utilità di integrare strumenti potentissimi - come le foto di Luigi - in progetti educativi, formativi ed informativi che sappiano evidenziare le implicazioni sociali ed economiche della conservazione, tutela e valorizzazione ambientale. Combinare l’arte con azioni concrete di conservazione (campagne di sensibilizzazione, eventi di pulizia delle spiagge, “puliamo il mondo”, etc .), può sostanziare UN SISTEMA DI INDICATORI PER L’EDUCAZIONE AMBIENTALE: DALLA SCUOLA PRIMARIA ALLA FORMAZIONE UNIVERSITARIA (Franco Angeli Ed.) ovvero chiudere il triangolo che ha come vertici conoscenze, valori ma soprattutto comportamenti tangibili per la tutela ambientale. E non solo per le future generazioni. Anche per noi. Qui ed ora!
GIAN MARIA GASPERI, Foggia -21/8/56. Biologo, nel 1983 si è specializzato in Igiene Ambientale e del Lavoro presso l’Ateneo di Bari.
Docente (dal 1/9/2019 pensionato) di Chimica e Biologia nella Scuola Secondaria di 2° Grado per oltre trent’anni (gli ultimi 10 nel Liceo Scientifico “Volta” di Foggia, triennio terminale ad indirizzo Scienze Applicate).
Lunga esperienza di militante e dirigente nazionale dell’associazionismo ambientalista, fondatore di LEGAMBIENTE a Foggia (1986) ed in Puglia (segr. reg.le 1988-1997), dirigente nazionale per la medesima organizzazione per oltre un decennio (1990-2002).
E’ fondatore (1988), Amministratore Unico e Direttore Generale di A.FO.RI.S. – Impresa Sociale, Organizzazione no profit leader nel settore della consulenza e formazione energetica ed ambientale e Amministratore Unico e Direttore Tecnico di A.FO.RI.S. Green Economy srls.
Ha svolto il ruolo di formatore dei docenti della scuola statale in materia di Educazione Ambientale, con varie pubblicazioni e saggi di interesse nazionale. Dirige dal 2003 la Scuola nazionale per Esperti di Certificazione Ambientale EMAS ed ECOLABEL.
Da oltre 30 anni svolge attività di consulente, formatore e general manager in campo energetico ed ambientale a livello nazionale, regionale e locale. (Green e Blue Economy).
Ha al suo attivo numerose esperienze di ricerca, consulenza e formazione (Centro Europeo di Educazione, I.S.F.O.L., Ministero dell’Ambiente, Ministero della Pubblica Istruzione) in campo ambientale a livello nazionale, con particolare riferimento alle "nuove professioni" in tema di pianificazione energetica, valutazione strategica, valorizzazione produttiva delle risorse ambientali, valutazione d'impatto ambientale, gestione rifiuti, progettazione e gestione di centri di educazione ambientale.
In Puglia porta innovazioni inedite nel panorama nazionale come il Laboratorio per l’Educazione Ambientale (1994) in tutte le province pugliesi (per oltre 10 anni coordinate da AFORIS), l’Agenda 21 Locale, e promuove vari programmi regionali di animazione territoriale a sostegno della legge istitutiva della aree protette regionali e della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.
Dal 1997 al 2002 ha coordinato la Rete dei Servizi per l’Educazione e la Formazione dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia mentre dal 2000 al 2003 ha fatto parte, come consulente senior, della Task Force del Ministero dell’Ambiente per il monitoraggio e la valutazione ambientale del P.O.R. Puglia.
Per conto della Regione Puglia, ha coordinato la redazione del Piano Energetico Ambientale Regionale e partecipato alle principali iniziative attuative (regolamento eolico, biomasse, certificazione energetico – ambientale per l’edilizia sostenibile – ITACA Puglia, etc.), nonché la redazione del P.A.R.A.V. – Piano d’Azione Regionale per gli Acquisti Verdi (G.P.P. – Green Public Procurement). Già membro delle Commissioni Ambiente ed Energia di Confindustria Foggia e Confindustria Puglia.
Da luglio 2009 a giugno 2012, consulente per l’Autorità di Gestione del Programma Operativo Interregionale (P.O.I.) F.E.S.R. 2007-2013 – Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica, coordinando la valutazione in itinere del programma ed il Forum del partenariato socio – economico ed istituzionale.
E’ socio fondatore dei Distretti Produttivi per la Green Economy in Puglia (L.R. n° 23/2007) “Ambiente e Riutilizzo”, “Edilizia Sostenibile” e “La Nuova Energia”. Del primo, attualmente, è membro del Comitato di Gestione, del Comitato Tecnico Scientifico e referente per la Provincia di Foggia.
Attualmente è significativamente impegnato in progetti industriali di ECONOMIA CIRCOLARE.
E' autore di numerose pubblicazioni che fanno riferimento alla specifica competenza acquisita in campo energetico ed ambientale sia dal punto di vista tecnico-progettuale che della ricerca formativa.
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